Il tribunale UE ha confermato la decisione con la quale la commissione ha stabilito che Google ha imposto restrizioni, illegali, ai produttori di dispositivi Android, con lo scopo di consolidare la sua posizione dominante come motore di ricerca.
La multa iniziale, inflitta dalla Commissione, era di 4,343 euro, l’ammenda più alta mai inflitta da un’autorità di vigilanza sulla concorrenza. È stata però ridotta a 4,125 miliardi di euro, inflitta alla società di Bruxelles. Nonostante l’annullamento in parte della sanzione e quindi la riduzione Google commenta: “Siamo delusi dal fatto che la Corte non abbia annullato integralmente la decisione. Android ha creato più scelta per tutti, non meno, e supporta migliaia di aziende di successo in Europa e nel mondo”
Il tribunale, pur non recependo una delle tre contestazioni della Commissione europea, ha deciso comunque di infliggere la multa per un importo che tenga conto della gravità dell’inflazione. Infatti la sentenza afferma «tiene debitamente conto della necessità di infliggere a Google un’ammenda avente effetto deterrente». «Un’impresa delle dimensioni di Google e dotata di un notevole potere di mercato non può essere estranea ai propri obblighi ai sensi del diritto della concorrenza» Aggiunge anche che, Google era pienamente consapevole degli effetti delle pratiche contestate nella decisione impugnata.
Come afferma l’autorità in capo alla vicepresidenza della Commissione europea Margrethe Vestager, questa è un’importante conferma nella battaglia epocale avviata per imporre regole rigide alle Big Tech; soprattutto dopo le sconfitte subite quest’anno.
Google aveva già perso lo scorso anno il ricorso su una multa da 2,4 miliardi di euro ‘staccata’ dall’Antitrust Ue, per aver favorito il proprio servizio di confronto nello shopping.